GEC Gec, chi era costui? Sembra una parola inglese scritta male e invece è il  Global Entrepreneurship Congress di Milano, una buona occasione per annusare dove vanno rimestando le start up più innovative. Un pomeriggio di vacanza dall’ufficio, diciamo così, per fare un giro tra gli stand, scambiare quattro chiacchiere con gli espositori e raccogliere un po’ di brochure su cui ruminare. Il primo passo al Gec è stata una conferenza organizzata da UniCredit, dove venivano presentate le start up da loro sponsorizzate, si tratta di aziende legate in particolare all’industria ingegneristica e biomedica, che prevedono competenze e risorse di un certo tipo: nulla a che vedere con la start-up che nasce in un garage, tanta cara ad un certo tipo di retorica.

La cosa più interessante è stata però passeggiare nello spazio espositivo di Gec, dove siamo stati confortati da tante conferme ma anche stupiti da alcuni guizzi degni di menzione. Sicuramente uno dei trend più evidenti è stata la presenza di molti progetti legati alla mobilità smart: anzi potremmo dire che il mercato inizia ad essere abbastanza maturo e saturo se iniziano ad esserci in giro app come Everyride, un sistema che aggrega tutti i servizi di car sharing in un’unica interfaccia, o Parksmart, che tramite la comunicazione via satellite segnala i parcheggi liberi in tempo reale e si propone sia come servizio per il cittadino che per la PA che vuole essere più innovativa. Dalla mobilità al turismo il passo è breve, e anche questo resta uno dei settori più fertili in tema di start up; in questo caso ci hanno stupito positivamente Jitt, una app contenente audio guide e mappe per chi fa scalo poche ore in una città e non sa come riempirlo, e findyouritaly, una rete di tour operator che cercano di promuovere itinerari “off” basati su una rete di “esperti” delle singole realtà territoriali, un bel modo per sfruttare le conoscenze informali dei tanti sconosciuti che presidiano i territori da riscoprire del Belpaese.
L’altro filone massicciamente presente al Gec  era quello che in senso lato potremmo definire dei facilitatori, cioè le realtà che cercano di favorire la crescita di nuove start up; qui si spaziava da realtà più o meno di consulenza come vianoveo e finodex-project.eu, a grossi nomi del credito come San Paolo Intesa per finire con enti pubblici come Regione Lazio o Emilia Romagna. Alla fine della fiera (in tutti i sensi…) la sensazione più positiva è stata quella di vedere raccolti, in un unico spazio, mondi così diversi: PA e bancario vicino allo spazio di Make Faire Roma 2015 o allo stand di un framework per sviluppare app non è uno spettacolo a cui si può assistere tutti i giorni. Una menzione speciale, infine, per la sobrietà dell’organizzazione del Gec, molto meno markettara rispetto a quando di solito capita per iniziative simili.

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